Da che parte stanno andando i nuovi adolescenti e i nuovi giovani? E poi, è corretto continuare a parlare di “nuovi” in un’epoca in cui tutto si è fatto vorticoso e una definizione come “nuovi” è già bruciata e vecchia quando la si formula? Chi sono gli adolescenti e i giovani di oggi? Ma bisognerebbe anche chiedersi chi sono i genitori, chi gli educatori. E chi incide di più sulla formazione degli uni e degli altri.
Giuseppe Zois
Confessiamolo: siamo spesso, ad altimetria variabile di giudizio e di atteggiamento, disorientati di fronte a certi comportamenti adolescenziali e giovanili. Si fanno spesso confronti tra ieri e oggi. Ma in un’epoca in cui si è velocizzato tutto, stravolgendo molti modi di essere e molti approcci, è quasi impossibile o comunque ci va molta prudenza. Il metro dei genitori di ieri non prende le misure giuste e appropriate per il presente. Non sempre però i genitori riescono a correre con il passo dei giovani. Più che risposte vediamo aumentare in continuazione le domande, che restano aperte. Molte preoccupate e molte preoccupanti.
L’età spavalda, presuntuosa, infida, pericolosa. Così ha definito l’adolescenza Maria Corbi in un bell’intervento su “La Stampa”, tempo addietro. Caso mai ce ne dimenticassimo per un breve intervallo, c’è subito la cronaca, con episodi frastornanti, sbandamenti, problemi, tormenti, drammi, a rimetterci davanti all’evidenza. Ed è uno scenario aggravato – era stato peraltro previsto – dalla pandemia deflagrata a inizio 2020 e tuttora imperversante su scala globale.
Le cause degli ondeggiamenti che ciascuno, in un modo o nell’altro conosce, sono in moltiplicazione e non possono lasciare indifferenti.
Facile e comodo scaricare le colpe sulla famiglia, qualunquistico attribuirle alla società e quindi a noi stessi, in definitiva. Sta cambiando tutto, alla svelta, grazie alla scienza e alla tecnologia, ma abbiamo spesso l’amara impressione di non possedere gli strumenti per decodificare quanto sta avvenendo. L’investimento dev’essere fatto sui valori, raccomandano molte voci del mondo educativo, ma anche qui c’è una piena continua in atto che sta modificando la percezione, l’assunzione e la responsabilità individuale di fronte a questo traguardo. Cosa sono i valori oggi? Quale la loro scala gerarchica rispetto anche solo al passato prossimo? Una spinta poderosa al processo la stanno dando i social: che sono una conquista, la quale va però gestita, disciplinata. Ci hanno spalancato, e continuano a farlo, un universo che ci sorprende, entusiasma e inquieta. Notizie, contro-notizie, false notizie è un mulinello in cui è facile smarrirsi, anche per certe disinvolte rappresentazioni di oggettivi pericoli.
Non si contano le raccomandazioni alla prudenza ogni volta che un figlio esce per una serata con gli amici: scivolano via come pioggia sui vetri, nonostante tutto ciò che l’attualità ci sbatte in faccia. “Ossessivi e ansiogeni” è la risposta data, con la classica alzata di spalle nell’esuberanza dell’età. Non bastano peraltro l’equilibrio e l’autocontrollo personale, a fronte dei molti che eccedono, come controlli e comunicati di polizia confermano.
L’approdo per molti adolescenti e giovani, ma anche per parecchi adulti, spiazzati dall’accelerazione dei mutamenti in atto e dalla difficoltà di tenere il passo, è in un territorio paludoso, una zona grigia dove – osserva la Corbi – convivono genitori impreparati e spesso disperati e figli inconsapevoli e spesso disperati anche loro… E quando ti capita un figlio che adori, rapito dai demoni dell’adolescenza, non puoi fare molto altro che pregare e sperare che vada bene”.
Fino all’altro ieri si diceva che c’è un rimedio possibile a ogni errore e sta nel riconoscerlo; oggi troppo spesso non esiste neppure il tempo di dargli un’occhiata.