Ancora più urgente e necessario per noi oggi: risorgere, non solo a Pasqua

Trasmettere il messaggio della Pasqua alle giovani generazioni, significa riconsegnare loro la vita, quella autentica, con le gioie e le sofferenze che la connotano. È urgente che ci riappropriamo dell’esistenza con la sua verità, che non è fatta esclusivamente di edulcorazioni e fantasie.

Domenica Salvi*

Accade di chiedere ai miei alunni perché si festeggi la Pasqua e cosa celebrano i cristiani nei giorni della Settimana Santa. Sempre più spesso raccolgo motivazioni che mi lasciano disorientata, perché le risposte spaziano dalla festa dell’uovo di cioccolato alla sorpresa, dai coniglietti alle vacanze di primavera.
Alcuni accennano a Gesù, ma sembra più una fiaba dal finale un po’ triste.
Oggi si parla poco di resurrezione; soprattutto si affronta raramente con i bambini.
Forse perché il mondo degli adulti non ci crede più. Ma anche perché si prova un certo smarrimento a parlare della morte. E in particolare della morte in croce del Figlio di Dio.
Agendo in questo modo, si è convinti di proteggere i più piccoli da qualcosa che potrebbe inquietarli e alterare la loro sensibilità o creare turbamenti.
E allora si snatura la festa della Pasqua. La più grande speranza che il mondo abbia mai ricevuto si riduce ad una sequela di simbolismi incoerenti e discrepanti; si trasforma la festa più bella, in un rituale svuotato di senso e di valore. Senza renderci conto che stiamo consegnando, ai nostri bambini, una grottesca finzione della vita. Una menzogna irreale e farisaica.
Ci sono esperienze che fanno certamente soffrire, ma si possono affrontare con quelle risorse educative che solo un mondo adulto, consapevole e maturo, può fornire. Non è accettabile che si facciano vivere i ragazzi in una realtà ingannevole, fatta di illusorie contraffazioni.

  • La vita è faticosa, ma è bellissima. Non è sempre facile, ma noi siamo più forti delle avversità. Ci sottopone a prove difficili da affrontare, ma il nostro coraggio va ben oltre.
  • Si insegna la resurrezione della Pasqua, vivendo così ogni giorno. E risorgendo dalle nostre paure.
  • Testimoniando, altresì, di avere umanità; insegnando la tolleranza e il rispetto nei confronti di ogni individuo.
  • Rinascere è dunque incontrare l’altro che non è sempre un coniglietto o una colomba.
  • Può essere un compagno scontroso e indisponente. O un anziano che ha bisogno di compagnia. Sono una mamma e un papà cui dire il proprio bene, dopo una giornata di lavoro.

Allora l’Uomo della croce sarà per sempre il Risorto. E seppur nella afflizione intuiremo una rinascita. E saremo consolati dalla straordinaria umanità di Qualcuno che ci ha amato con tutto Sé Stesso. E ha promesso di portarci con Lui nella Resurrezione.

Il miracolo della natura specchio del paradiso

I primi a tornare alla vita, incredibilmente, sono i fiori. Sembra inverosimile che proprio loro siano gli anticipatori della rinascita della natura.
Nel silenzio di un bosco, nel sollievo del primo tepore che si affaccia fra le spire del rigore invernale, si compie il miracolo della resurrezione. Uno, due, mille, centomila petali. Sfumature iridate e grazia, per dire che la bellezza non può morire.
Fendono la terra greve e callosa, si fanno strada tra i rovi rinsecchiti e neri, spingono sotto la corteccia dei rami avvizziti dal freddo. I fiori anticipano lo splendore della Pasqua del Signore.
Si osserva la natura per capire, per lasciarsi formare, per trovare risposte semplici e autentiche.
Lei, madre e maestra, ci testimonia che la fine della vita non rappresenta mai l’ultima parola.
Segue sempre un risveglio.
Eppure, mai come allora, la natura ci appare debole e sopraffatta, come l’agnello indifeso, salmodiato dal profeta Isaia. Come lui non si ribellano i fiori che muoiono, le foglie che cadono, l’erba che secca, la terra che si fa dura ed esanime. Eppure non ci spaventa l’ultimo respiro del creato che si lascia avvolgere dal sonno dell’inverno.
Sappiamo che ciascuna creatura conserva, nell’intimità del suo essere, un seme di vita. Una stilla di speranza e di rifioritura. Niente muore per sempre. Non ciò che ha amato e generato. Tutto viene trasformato, per vivere di nuovo.

Piero della Francesca, "Resurrezione", 1458-1474, dipinto a tecnica mista, affresco e tempera
Piero della Francesca, “Resurrezione”, 1458-1474, dipinto a tecnica mista, affresco e tempera

Il tempo necessario per ricominciare a vivere

L’inverno della vita non può farci paura. Non siamo soli in questo venerdì di passione.
Dio ha scelto di condividere le croci dell’indifferenza, i flutti dell’arroganza, i deserti delle parole e dei sorrisi, le privazioni degli abbracci. A partire dai Golgota che si innalzano nei nostri cuori; dai sepolcri delle nostre chiusure e indisponibilità.Quante volte Dio muore esule e straniero, respinto dalle nostre esistenze, defraudato della dignità.
E quante volte invece, incontra chi gli conferma che non ha amato e sofferto invano.
C’è una umanità che desidera spalancare i tumuli delle solitudini dei fratelli.
C’è una solidarietà che vive di risurrezione.
E allora tre giorni sono un’allegoria, per indicare il tempo che “basta”.
Quello che basta per tornare a vivere, per ricominciare. Tre giorni per non restare nel repositorio.
C’è una parte di mondo che vive la resurrezione ogni volta che non distoglie lo sguardo dal prossimo.
C’è una umanità che rende vero e reale l’incontro con il Risorto, quando rimane vicino a chi non ha più un lavoro, una casa, ed è percosso e abbattuto dall’inverno della vita.
Ci sono uomini e donne che in ogni occasione cercano di deporre i poveri cristi che sulla croce ci finiscono tutti i giorni. E sono inchiodati al legno, dalla faciloneria e dall’indifferenza dei più.
Questa è la Pasqua: rotolare via le pietre che opprimono, per dare ad ogni uomo la possibilità di svestirsi di quel sudario e rialzarsi, finalmente.
Allora il Risorto non sarà un rito. Al contrario diverrà l’incontro con l’Autore della vita.
Sempre. Non solo a Pasqua.

Raffaello Sanzio, "Resurrezione di Cristo", 1501-1502, dipinto a olio su tavola
Raffaello Sanzio, “Resurrezione di Cristo”, 1501-1502, dipinto a olio su tavola
Rotola via la pietra dal nostro cuore

Ti sei spogliato.
Indifeso dinanzi al mondo.
Imperfetto e umano.
Amato e disprezzato come nessuno.
Ecco,
ti sentiamo nostro,
Uomo della croce.
Sentiamo la tua angoscia
e la tua speranza.
Poiché nulla di Te morirà.
Questo è il tuo amore
che nulla potrebbe,
se fosse solo croce.
Rotola via la pietra che tiene confinato il nostro cuore.
Avvolgici ancora di gentilezza,
quando siamo spaventati e soli.
Questo è il tipo di amore che meritiamo.
L’amore che risorge,
che dona albe nuove.
Non vogliamo accontentarci di qualcosa di meno.
Perché, o Dio, per noi hai voluto la resurrezione.
D.S.

Passi insieme

Quanti passi si percorrono.
Nella speranza e nei sogni,
nella sofferenza e nella gioia.
Passi nella vita di altri e nella nostra esistenza,
nei pensieri e nei cuori.
Passi nella tenerezza
di un amore
di un’amicizia,
nella fede e nel dubbio.
Passi insieme o da soli,
nella condivisone e nella solitudine.
Passi che ci incalzano per risorgere.
Sempre. Ogni giorno. Insieme.
D.S.

*Docente, editorialista e scrittrice. Vive in una realtà di valle alpina ma ha lo sguardo lungo e il respiro grande di chi sa guardare le cose che contano, i valori che non mutano, l’umanità che dev’essere alla base delle esistenze singole e della comunità. Si impegna attivamente per educare e sostenere nel concreto iniziative di solidarietà.

Domenica Salvi

Perugino, "La Resurrezione" (polittico di San Pietro), 1496-1500
Perugino, “La Resurrezione” (polittico di San Pietro), 1496-1500

La consegna della Pasqua: “Egli ci precede”

Riflessione di don Primo Mazzolari

Le donne, sull’albeggiare, quando nessun discepolo vi pensa, s’avviano con gli aromi verso il sepolcro per imbalsamare Gesù, omaggio pietoso verso un perduto amore, ultima testimonianza d’una fede che la morte aveva cambiato in ricordo.
A nessuna delle tre, mentre camminano verso il sepolcro, canta in cuore, sia pure celato, l’alleluia della grande speranza: nessuna osa guardare di là della tomba…
Tutti avevano bisogno di vita e nessuno s’appellava al Vivente…
La Pasqua si ripete.Il nostro sacramento pasquale è ancora una volta un atto di pietà, come se il Signore avesse bisogno di piccole pietà.
I morti vogliono la pietà: il Vivente l’audacia.
«Non vi spaventate. Voi cercate Gesù. Non è qui. Questo è il luogo dove l’hanno posto».
Le nostre civiltà, le nostre culture, le .nostre tradizioni, le nostre grandezze, perfino le nostre basiliche, possono essere divenute il luogo dove gli uomini di un’epoca l’avevano posto.
Il comandamento è un altro: «Andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro ch’egli vi precede».
Dove? Dappertutto: in Galilea e in Samaria: a Gerusalemme e a Roma: nel Cenacolo e sulla strada di Emmaus… ovunque l’uomo pianterà le sue tende, farà la sua giornata di fatica e d’avventura, spezzerà il suo pane, costruirà le sue città, piangendo o cantando, sorridendo o imprecando.
«Egli vi precede».
Questa è la consegna della Pasqua.
E se, alzandoci dalla tavola eucaristica, avremo l’animo disposto a tenergli dietro ora che Egli ci precede, «lo vedremo» come Egli disse.


Finestra fiorita, specchio di cielo

Come lieto augurio di Buona Pasqua ai lettori pubblichiamo questa bella poesia di Fernando Grignola, scelta da Gianni Ballabio.

Pasqua
Fernando Grignola

Argént d’ulîv benedît
che diséda ra primavera
in dar ciocàa di mèrli
a ra prima niàda.

Suu ch’a rinvigorìss ur cör dra gént
in d’un spécc da ciel blö.
Rinàss cun Tì, Signúr,
sbiotât da tücc i cativéri,
fredèll di pori crist,
innucént cumè ‘n tatorìn
pena nassüü : cumè `r prim avìcc

sür biánch lüstràa ch’a rebüta
i scerés.

Argento d’ulivi benedetti / che risvegliano la primavera / nel chioccolare dei merli / alla prima nidiata. // Sole che rinvigorisce il cuore della gente / in uno specchio di cielo azzurro. // Rinascere con Te, Signore, / spogliato di tutte le cattiverie, / fratello dei poveri cristi, / innocente come un fantolino / appena nato: / come la prima ape / sul bianco lucido che germogliano / i ciliegi.

Fotografie: Luciano Colotti