Bitcoin, pandemie, fake news e marketing. Il legame c’è (anche se non si vede)

“I momenti più significativi, nell’analisi epidemiologica, non sono quelli in cui capiamo di aver ragione, ma quelli in cui ci rendiamo conto di aver sbagliato.” … “Che si tratti di far decollare un’innovazione oppure di far recedere un’epidemia, sono quelli i momenti ai quali dobbiamo approdare il prima possibile. Sono quelli che ci consentono di sbrogliare le catene di trasmissione, di individuare gli anelli deboli, mancanti o insoliti. Momenti del genere aiutano a tirare le somme, a capire come sono andate davvero le cose in occasione di precedenti contagi. Per poi guardare avanti e cambiare approccio in caso di contagi futuri.”
Adam Kucharski

Enrico Moretto*

Nel suo libro “Le regole del contagio” (Marsilio Editori, 2020), Adam Kucharski, epidemiologo alla London School of Hygiene & Tropical Medicine, ha descritto in termini semplici come molti degli avvenimenti ai quali quotidianamente assistiamo si possano ricondurrei alla medesima matrice: la capacità che ha “qualcosa di nuovo” di diffondersi.

Questi comportamenti vengono descritti da modelli biomatematici nei quali lo studio dell’interazione tra diversi soggetti porta a comprendere i meccanismi di diffusione di fenomeni solo apparentemente diversi tra loro.

Si prendano ad esempio le criptovalute. Questi strumenti informatici permettono di acquistare e vendere scambiando denaro in forma sicura e senza l’interposizione degli usuali intermediari quali banche e gestori di carte di credito. L’idea innovativa, destinata a rivoluzionare il modo con il quale tra non molto svolgeremo molte attività abituali, ha generato un interesse a volte eccessivamente spasmodico. Da mezzo di scambio, le valute digitali si sono trasformate in vere e proprie forme di investimento (molto speculativo e sconsigliato a tutti quelli che non vogliono ulteriori grattacapi). Il motivo di questa frenesia è presto detto: speculando sulle criptovalute, molti hanno cercato, con alterne fortune, di raggranellare senza far molta fatica, un po’ di denaro. Il risultato di tutto questo si nota nelle cicliche e pesanti oscillazioni del valore delle criptovalute, da questo punto di vista non molto diverse dal più tragici quotidiani conteggi relativi al Covid-19.

Se le criptovalute sono un argomento da lasciare agli esperti, cosa dire, invece, delle cosiddette fake news, le false notizie spesso messe in giro ad arte? Sarà capitato a tutti di ricevere sul proprio smartphone un filmato interessante o carino e di averlo girato senza pensarci due volte ai propri amici. Questo, purtroppo, succede anche con informazioni volutamente allarmistiche o, peggio, del tutto false. Fino a quando siamo gli innocui propagatori di video con i buffi atteggiamenti di amorevoli gattini, tutto bene. Non così, ahinoi, se diventiamo involontari untori che fanno girare bufale relative ad argomenti sensibili quali quelli medici.

Il marketing, è la disciplina che studia come permettere alle aziende di presentare e vendere al meglio i loro prodotti. Tra i vari filoni di questa materia spicca (o risuona sinistra, visti i tempi che stiamo vivendo) il “marketing virale”. Alzi la mano chi, almeno una volta, non si è fatto influenzare nei propri acquisti dal desiderio irrefrenabile di acquistare qualcosa solamente perché già lo possiede (e lo mostra con dovizia durante le trasmissioni) un personaggio televisivo o perché più banalmente qualcuno ce ne ha parlato bene. Valgono anche qui le regole del contagio: maggiore l’esposizione a questo fenomeno, maggiore per le aziende il numero di prodotti venduti ed i conseguenti profitti.

Da oltre un anno stiamo tutti indossando mascherine e appena possibile ci disinfettiamo con cura le mani. Ma non sono solo i virus a minacciarci. È allora forse il caso seguire atteggiamenti virtuosi anche in altri ambiti. Un po’ di spirito critico non fa mai male e, di certo, aiuta ad evitare di renderci inconsapevoli veicoli di divulgazione di informazioni potenzialmente pericolose.

* Laureato in economia e commercio, ha conseguito un dottorato di ricerca in matematica per l’analisi dei mercati finanziari ed è ricercatore universitario presso il Dipartimento di economia dell’Università dell’Insubria .Da sempre sensibile e attento alle tematiche dell’educazione finanziaria, che sa rendere in forma molto divulgativa, accessibile a tutti.

Enrico Moretto