Profezie, previsioni, promesse, intuizioni: operazioni mentali per rendere un po’ presente il futuro, padroneggiarlo, cautelandoci dalle sorprese, quelle brutte, o facendoci sperare in quelle belle. “I libri di astrologia danno il materiale: il livello dobbiamo averlo noi”, è stato scritto. Qui sta il punto: è irrinunciabile l’uso della propria testa, con la capacità di valutare e di discernere. Soprattutto occorre evitare di credere ai venditori di bufale.
Federica Mormando*
L’umanità, più o meno provvista della capacità di conoscere, ma non di quella di prevedere, ha sempre cercato di conoscere l’inconoscibile, futuro compreso, affidandosi a chi di prevedere si dice, talvolta se ne dimostra, capace. Oppure a segni codificati di buona o cattiva sorte, come il volo degli uccelli o i fenomeni celesti (antichi romani, etruschi). O ad oracoli, come nell’antica Grecia l’ambigua Pizia, sacerdotessa di Apollo.
Visto che il progresso non ci ha dato la prescienza, anche noi abbiamo i nostri previsori, che vedono eventi individuali o universali, con carte sfere riti, talora in trance o in uno stato mentale estatico, di visioni celesti e manifestazioni divine.
Distinguiamo le profezie, legate alla chiaroveggenza, cioè a un processo intuitivo slegato dalla razionalità, dalle previsioni, che hanno una base logica e molto spesso sono scambiate per profezie.
E distinguiamo quelle che riguardano la sorte del genere umano da quelle che si riferiscono a casi personali.
Per quanto riguarda le prime, sono stranote le tante fini del mondo annunciate, e il non avverarsi di un nulla, ciò che toglie credibilità alla prossima. Si preferisce credere di aver sbagliato a leggere che dubitare del veggente.
Meno note le predizioni più settoriali, come quella dello scrittore statunitense Dean Koontz che nel 1981 usò il suo thriller “The Eyes of Darkness” per affermare che “intorno al 2020 una grave polmonite si diffonderà in tutto il mondo” e che questa è “in grado di resistere a tutte le cure conosciute”. E come dargli torto?
C’è anche chi, come Sylvia Browne, rilegge le predizioni fatte nel corso della storia dai veggenti più celebri. Tra questi giganteggia Nostradamus, figura profetica di lungo corso con fama consolidata per il preannuncio dell’attentato a Papa Wojtyla, della catastrofe di Chernobyl, della caduta del muro di Berlino, della guerra del Golfo, dell’irruzione dell’Aids. Jean-Charles de Fontbrune vi legge profezie fino al 2025: crisi economica nei Paesi industrializzati, e un nuovo conflitto mondiale prima della fine del ventesimo secolo. Sono però previsioni ambigue, generalmente rilette dopo il verificarsi degli avvenimenti, o in vista della possibile evenienza.
Ci sono poi frotte di previsori, maghi, cartomanti, veggenti, lettori della mano, alle quali si rivolgono con fiducia spesso illimitata persone smarrite, che sborsano anche suon di monete, per sapere cosa gli riserva la vita: amori, salute, soldi: le principali preoccupazioni e sofferenze umane, di fronte alle quali siamo inermi e alla ricerca di consolazione, fosse anche la comparsa fra i tarocchi del jolly, che fa succedere tutto quello che vuoi.
Generalmente sono ciarlatani, persone esperte nell’interpretare l’espressione di chi li consulta e nel fare domande da cui dedurre la previsione.
In questa massa di illusioni e illusionisti, bisogna riconoscere che alcuni hanno davvero facoltà extrasensoriali, e davvero possono – o sono in grado di – preannunciare eventi futuri che poi succedono. Eventi non razionalmente prevedibili. Qualcuno ne ho conosciuto; non chiedono soldi, la loro previsione è casuale, non programmata. Pur nella sua rarità, questo tipo di extrasensorialità è inquietante: pone il sempiterno dilemma: il futuro è forse già stato? O forse già scritto?
Infine, segnalo il mix di profezie, previsioni, buffonate, in cui siamo immersi da un bel po’. Sono quelle di troppa politica, corredate da quelle di sedicenti scienziati, mescolate a incompetenti addetti ai lavori a vario titolo. Quelle per cui non ci sarà, ci sarà, c’è stato. Cosa? Tutto, dal virus all’antidoto, all’aprire-chiudere-socchiudere. Mai un dubbio. Creare confusione è un metodo, non un caso. Almeno credo. Ecco: sono le false profezie, come le promesse non mantenute: come i veggenti, i loro autori si rivolgono al futuro, ma per distogliere dal presente. Contano sulle dimenticanze. Ma sbagliano anche in questo.
* Psichiatra, psicoterapeuta. Si impegna molto con la psicoterapia, aprendo anche alla cultura con diversi percorsi di arti, di pensiero, di arricchimento, per tutte le età. Lei stessa peraltro scrive musica e poesie e anche un po’ di saggistica. Ha fondato (anni 1980-90) una scuola per bimbi ad alto potenziale; oggi si occupa di scoprire e sviluppare talenti di persone di ogni età.. Filo conduttore di sempre: aumentare i gradi di gioia e di libertà.