L’ansia sociale come scoria del coronavirus. Ma anche qualche effetto collaterale positivo

La pandemia che ci sta condizionando la vita da ormai 14 mesi, ha procurato parecchie deflagrazioni sociali. Avranno da lavorare e non poco psicologi e psichiatri: pensiamo soltanto al carico di paure, angosce, insicurezza, diffidenza, inclinazione alla solitudine. Come rovescio della medaglia, ci ha fatto recuperare valori che avevamo perduto di vista, nella frenesia dei giorni che andavamo vivendo.
Giovani con smartphone e mascherina

Adolescenti inconsapevoli. E genitori disperati

Da che parte stanno andando i nuovi adolescenti e i nuovi giovani? E poi, è corretto continuare a parlare di “nuovi” in un’epoca in cui tutto si è fatto vorticoso e una definizione come “nuovi” è già bruciata e vecchia quando la si formula? Chi sono gli adolescenti e i giovani di oggi? Ma bisognerebbe anche chiedersi chi sono i genitori, chi gli educatori. E chi incide di più sulla formazione degli uni e degli altri.
Flacone di vaccino anti-covid 19 Pfizer

I vaccini mettono le ali a “big pharma”. Tre milioni i decessi per covid sulla Terra

Guarda, guarda che sorpresa. Chi l’avrebbe mai detto, previsto, immaginato, supposto, ipotizzato? La grande notizia, come il classico fulmine a ciel sereno, è che Pfizer e Moderna stanno volando con le loro quotazioni in Borsa. E intanto il numero dei contagiati sul pianeta avrebbe raggiunto i 140 milioni, calcolati verosimilmente in difetto, quando si pensi alla popolazione della Terra: 7 miliardi e 674 milioni di abitanti.
Don Tonino Bello

L’altare scomodo ma carico di grazia di don Tonino

Il 20 aprile 1993 moriva a Molfetta il vescovo don Tonino Bello, una figura che univa splendidamente Vangelo, parole e opere. Ci ha aiutato a spiegare le vele della speranza. Nell’ultimo saluto che volle mandare alla sua gente c’è tutto il coraggio della sua fede con la luce che questa irradia al cristiano. Disse con la forza e la serena certezza del Vangelo: “Vi benedico da un altare coperto di penombre, ma carico di luce. Vi benedico da un altare circondato da silenzi, ma risonante di voci”.
Metrò di Milano al tempo del coronavirus

Ma quando torneremo alla normalità?

Non si sa più cosa pensare, a quale linea operativa dare credito. È un’altalena di attese, promesse, rinvii o ammorbidimenti soft. “Alla fine il rischio è quello di adattarsi a vivere confinati, fra nuove abitudini che si consolidano”, ci dice la prof. Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dello sviluppo, psicoterapeuta e scrittrice.