Difficile inseguire una felicità privata assediati come siamo dall’infelicità pubblica

Navighiamo a vista, si dice quando c’è nebbia o sono in corso intemperie e non si sa bene dove si sta andando né come si procede con la sicurezza dovuta o quanto meno ritenuta necessaria. Sì, avanziamo a tentoni. Lo scrittore Giorgio Torelli dice che “l’anno nuovo si srotola e neanche gl’indovini a prezzo fisso sanno in quali circostanze dovremo destreggiarci, convocando (si può) risorse di pronto impiego”. Tentiamo di trovare e seguire qualche spiraglio di luce.

Anna Carissoni*

Il calendario non si ferma nemmeno di fronte alle peggiori tragedie. Eccolo perciò a scandire gli incerti battiti di questo 2021, quasi a consegnare all’oblio quello “vecchio” che ci ha portato l’evento inimmaginabile della pandemia. Ma la lunga e feroce scìa di morte, di dolore, di angoscia e di spaesamento rimane, perché nella vita di ciascuno e di tutti la pandemia ha portato un cambio di passo: impossibile dimenticare, difficile inseguire una felicità privata, quando si è circondati da una vasta infelicità pubblica…

Le nostre esistenze sono state imprigionate nel magma di una depressione collettiva: essa ha travolto la nostra dimensione personale, è entrata nelle nostre case, ha piegato i nostri progetti e le nostre speranze; e ci rappresenta, per il futuro, un’esperienza di vita indesiderabile e spaventosa, in un mondo nel quale ogni espressione – sociale, politica, ambientale, tecnologica – appare opprimente e pericolosa.

Siamo ormai a fine gennaio e molte speranze espresse sulla soglia di Capodanno si sono raggelate. Davanti al rischio drammatico di non saper più dare un significato storico plausibile alla nostra esistenza individuale e collettiva, il tradizionale augurio di ‘buon anno’ che eravamo soliti scambiarci l’un l’altro in questo 2021 è sembrato e continua a sembrare quantomeno retorico.

Tra le tante letture del periodo della “prigionia”, ho cercato – come tutti, credo – lumi, conforto e semi di speranza nella saggezza dei libri, convinta che solo dalla profondità del pensiero umano possa venirci un antidoto alla disperazione. Jared Diamond, per esempio, elenca i fattori indispensabili per una rinascita, tra cui

  • “riconoscere e ammettere la crisi”,
  • “fare un’autovalutazione onesta”,
  • “recuperare i valori storici e la dignità nazionale”,
  • “ accettare la responsabilità”…

Mi sembrano aspetti validi anche per una rinascita individuale; ma tra di essi non compare alcuna forza esterna, segno che la forza si debba trovare solo dentro di noi.

Torna così a risuonarmi nella coscienza il monito di S. Agostino: “E’ nell’interiorità dell’uomo che abita la verità”. E gli fa eco Papa Francesco: “La storia cambia quando il cambiamento comincia da noi, quando diventiamo ‘dono per gli altri’. Frase che forse oggi va tradotta in politichese: preoccuparci della ‘res pubblica’, avere cura della casa comune mettendo in gioco a questo scopo sia il pensiero che il cuore; costruire e/o ricostruire ogni giorno il significato dell’ esistenza creando oasi di ordine e di armonia dentro ed attorno a noi: Logos e Agape, secondo l’antica lezione dei classici greci. Per non essere travolti dal caos che ci minaccia.

* Insegnante e giornalista, collabora a testate italiane e svizzere, occupandosi con passione della difficile realtà educativa del nostro tempo e dei problemi del vivere in montagna. Le sue numerose pubblicazioni dedicate a questi argomenti hanno tutte lo scopo di favorire l’approfondimento, la riflessione ed il ragionamento critico, finalizzati alla consapevolezza ed all’impegno sociale e civile.

Anna Carissoni