Dimmi con chi vai… Possibile non prevenire certi finali annunciati?

Possibile non essere al corrente di come vanno certe cose, in certi ambienti e in certe circostanze? Quanto è rimbalzato per lunghi periodi in cronaca, dall’America, dovrebbero far aprire gli occhi e assumere almeno qualche prudenza. Come annotava già Enzo Biagi, certe denunce hanno quantomeno il difetto di essere tardive

Giuseppe Zois

Se facciamo un confronto tra il presente e il passato, anche quello molto prossimo, non sfugge a nessuno che stiamo vivendo un tempo dove di comunicazione si fa bulimia quasi quotidiana. Forse ce n’è anche troppa ed è vero poi quello che insegna il proverbio: che il troppo… stroppia, ma va bene anche la variante secondo la quale “storpia”. Vediamo bene quante “false notizie” circolano: è un fiume sempre più impetuoso e limaccioso. Meglio comunque avere abbondanza di informazione piuttosto che carestia, con i molti veli che spesso coprivano malefatte, disastri e colpe. Il problema, semmai, è – dovrà essere, sempre di più – l’educazione alla notizia, a saper leggere dentro i fatti, a distinguere il “grano dal loglio”. Impresa non facile, perché le piene rischiano di travolgere tutto, anche il buon senso, ma in ogni modo questo è l’argine possibile per ridurre al minimo i danni.
In presenza di certi fatti, con tutte le relative nefasta conseguenze, c’è da chiedersi come sia ancora possibile credere alla totale ingenuità o non conoscenza di come vanno certe cose, con ignoranza sconcertante di fattori precipitanti – ricorrenti – nel reato, nel crimine, nella violenza e di frequente anche nel sangue, malauguratamente.

Più precoci di sicuro, più maturi forse

Torna difficile da comprendere come per taluni aspetti si riconoscano ai giovani d’oggi avvedutezza, capacità di filtrare in anticipo certe situazioni e circostanze, con la conseguente necessaria prudenza che dovrebbe scattare. L’informazione corre e gli scandali emersi in America, soprattutto nel mondo del cinema, dovrebbero essere istruttivi, a fronte di carriere che per cominciare costavano pedaggi intollerabili di aspiranti attrici soggiacenti a orchi moderni travestiti da registi, produttori e simili odiosi personaggi di una tal carovana. Il “trailer” di certe parti e di certi passaggi lo si conosceva bene anche da prima che certi scandali americani recenti facessero titolo. Harvey Weinstein ha fatto saltare – con un clamore mediatico globale – il coperchio su molestie e stupri con vittime più o meno famose: un mondo dove la drammatica realtà ha superato anche la fantasia più horror. Nella scia di questo personaggio si è scatenato un ciclone e si sono diffuse storie inaudite, con un vortice di altri nomi di predatori con relative numerose vittime.

Trappole conosciute per clamore mediatico, ma…

Chiaro che è la punta dell’iceberg, perché molte vittime non hanno voluto riaprire i loro casi, con relative ferite e sfregi alla dignità mai assorbiti. Il rumore assordante che s’è scatenato ed ha invaso tutti i media, con eccessi di particolari che potevano – almeno per un residuo buon gusto – essere evitati, ha fatto il giro del pianeta. Anche le ragazze più sprovvedute, incaute e inesperte in materia hanno appreso e saputo come scattano certe trappole. Per giorni e mesi c’è stata alta marea ad inondare i notiziari provenienti dagli USA con successivo coraggio di denuncia da parte di vittime un po’ dappertutto.
Forse c’è da chiamare in causa anche la famiglia, se almeno c’è ancora un po’ di senso del dovere educativo e di minima vigilanza discreta su quanto fanno i figli, ben sapendo che oggi le maglie dei controlli sono larghissime?
Gatti e volpi, come nella favola di Pinocchio, non si scostano da copioni collaudati e continuano a promettere improbabili campi dei miracoli, carriere sfolgoranti, poi si sa bene come va a finire. Possibile non immaginare gli sbocchi? Enzo Biagi diceva che certe denunce hanno quantomeno il difetto di essere tardive. “Si vede – annotava caustico – che le offese al pudore non si avvertono subito”.