Le circostanze di certi casi con abusi e molestie e purtroppo anche stupri – intollerabili e da condannare senza “se” e senza “ma” – dovrebbero far scattare qualche meccanismo di allerta, di difesa e anche di immediata denuncia di qualsiasi violenza subita.
Anna Carissoni*
Non amo il giornalismo alla Giletti, quel suo essere sempre sopra le righe, alla ricerca di scandali vari, quel suo farsi spesso paladino di “eroi” e di “eroine” francamente improbabili. Come la diciottenne stuprata dal plurimilionario Genovese, vicenda cui “Non è l’arena” ha dedicato una serie interminabile di puntate. Quella a mio parere più insopportabile è stata la serata in cui, oltre alla ragazza succitata, hanno preso la parola le sue amiche ed Asia Argento, l’attrice che anni fa, 21enne, aveva subito a sua volta uno stupro da parte di un potente personaggio del mondo del cinema. La Argento è stata presentata come una sorta di Giovanna d’Arco perché aveva avuto il coraggio della denuncia, un esempio da seguire, lodata anche per le sue risposte piccate ad un giornalista che avanzava dubbi sulla buona fede delle ragazze che alle feste, a loro dire, ci vanno “solo per ballare”; ragazze che sono state presentate come povere vittime cadute nella rete del lupo cattivo.
Ora, chiarito e sottolineato che lo stupro è un crimine disgustoso da condannare sempre, senza se e senza ma, viene però da chiedersi se davvero tutte le ragazze che frequentano certi ambienti, certi personaggi, certe feste dove alcol e droga scorrono a fiumi, siano così ingenue e così inconsapevoli dei pericoli ai quali vanno incontro.
“Il Genovese insisteva perché prendessimo la droga e si offendeva se dicevamo di no” – ha detto una delle ragazze a mo’ di giustificazione. Una “giustificazione” che getta una luce desolante sulla “cultura del divertimento” che fa presa su una parte, speriamo minoritaria, di tante ragazze, alle quali purtroppo evidentemente nessuno ha insegnato il senso della responsabilità personale ed i valori veri della vita, come il rispetto di se stesse e la padronanza delle proprie azioni.
*Insegnante e giornalista, collabora a testate italiane e svizzere, occupandosi con passione della difficile realtà educativa del nostro tempo e dei problemi del vivere in montagna. Le sue numerose pubblicazioni dedicate a questi argomenti hanno tutte lo scopo di favorire l’approfondimento, la riflessione ed il ragionamento critico, finalizzati alla consapevolezza ed all’impegno sociale e civile.
