Le parole: ali e pietre

Parole: di affetto, di riflessione, di amore, di rabbia, di conforto, di vendetta, di gratitudine, di compianto, di denuncia, di dolore, di passione, di rammarico, di meraviglia, di insegnamento, di consiglio, di verità, di dubbio, di paura, di falsità, di amicizia, di poesia, di saggezza…

Marianna Colavolpe*

Le parole sono la finestra da cui si può guardare nella nostra anima, e grazie a cui la nostra anima esce dai confini del suo involucro corporeo. Parole che si pronunciano, si scrivono, si declamano e a fiumi escono dalle nostre labbra e raggiungono tutti quelli che possono ascoltarci o leggerci; le sussurriamo con emozione a chi ci è accanto, o le urliamo per farci udire anche da lontano, e sono come ali per il nostro pensiero perché viaggiano, si propagano nell’aria e possono andare anche lontanissimo da noi; prendono il volo per poi toccare terra ovunque ci sia qualcuno pronto ad ascoltarle. Così le parole sembrano non avere peso, ma in verità il loro peso non è lieve, e grande è la loro importanza: “Le parole sono pietre”, una metafora che ha le sue radici nella memoria dei tempi. La sentiamo pronunciata da chi vuole rappresentare la rilevanza e a volte la gravità che ogni parola può avere nella relazione tra le persone, ma pochi sono consapevoli di ciò e spesso si parla con superficialità, senza pensare e comprendere quale impatto le parole possano avere su chi le ascolterà. Si dovrebbe sapere, e non dimenticare, che l’uso delle parole ha avuto un significato fondamentale nella storia evolutiva del nostro genere umano.
Se andiamo più in profondità, sappiamo che le parole non sono solo il mezzo della comunicazione, esse sono ciò che dà corpo ai nostri pensieri e fa sì che questi esistano nella realtà.

Allora le parole creano?

Nel Vangelo di Giovanni, nell’Inno alla Parola come Logos divino, si legge “In principio era il Verbo… e il Verbo era Dio…”, la creazione cominciò da qui. Certo solo il Verbo Divino è creatore, ma la parola umana è quella che consente a ciò che esiste in noi di essere espresso e quindi di diventare esistente anche per gli altri. Ciò che si afferma nel racconto evangelico come rivelazione cristiana, ci porta a conoscere la radicale importanza della parola. Anche la filosofia più antica indicava nella Parola/Logo il principio che aveva permesso il venire alla luce dell’esistente che è in noi. Il pensiero e la Parola, per la filosofia greca, sono una lo specchio dell’altro. Il discorso pensato viene alla luce e diventa concreto nel momento in cui, attraverso la parola, diventa discorso profferito. Allora, proprio per questo, tutto ciò che esprimiamo attraverso il nostro parlare o scrivere dovrebbe essere ben ponderato e corrispondere ad una comunicazione responsabile e rispettosa dei valori di verità ed equilibrio. Ma non sempre è così, e spesso attraverso la parola si diffondono anche le menzogne che favoriscono la confusione, la distorsione e la strumentalizzazione dei pensieri e dei fatti, arrivando persino alla manipolazione delle persone. Potere delle parole, che sono pesanti come pietre anche se, in apparenza, leggere come cose impalpabili. Oggi poi, con il proliferare di mezzi di comunicazione di massa, che consentono a chiunque di esprimersi usando qualsiasi forma di linguaggio, siamo investiti da uno tsunami di discorsi che provengono da ogni parte, che ci sommergono e appesantiscono le nostre giornate.

L’apoteosi dei tuttologi

Parole dette, ridette, prodotte senza alcuna logica che le sostenga, che le giustifichi e che pretendono di essere notizie di fatti, mentre si rivelano alterazioni o addirittura falsificazioni di fatti; spesso vaniloqui, puro esercizio di elucubrazione mentale futile o bugiarda. Difficile districare il flusso verbale. Ormai chiunque si sente capace e in diritto di disquisire su ogni cosa, e pur senza la minima conoscenza, di diffondere i propri pensieri su argomenti di qualsiasi natura, dall’economia alla medicina nei suoi vari aspetti, e in un profluvio di parole e parolacce che ci arrivano alle orecchie e ci colpiscono, come sassi lanciati da cerbottane, ascoltiamo le più assurde teorie, opinioni, provocazioni, disinformazioni che a volte allarmano, feriscono le nostre vite, senza che ci si possa difendere da questa sorta di pioggia lavica che rischia di crearci intorno un involucro tossico.
E che dire delle parole dei politici? Un tempo almeno c’era il rispetto delle persone a cui ci si rivolgeva, dai giornali o dalle trasmissioni televisive; si cercava un “parlare” elegante, civile, misurato e rispondente a valori; oggi, di frequente, c’è la ripetizione di formule stantie e ipocrite, in dispregio della logica e del buon senso a cui gli ascoltatori e i lettori avrebbero, invece, tutto il diritto; quando non assistiamo a manifestazioni verbali di vera villania e brutalità. Dobbiamo difenderci da quanti, con abbondanza di parole, dicono tutto e subito dopo usano ancora abbondanti parole per smentirsi. Per non parlare poi della moda di propinarci a tutte le ore del giorno e, preferibilmente nelle ore di pranzo e cena, pubblicità di ogni cosa, presentata con dovizia di descrizioni particolareggiate e francamente disgustose e volgari.

Questo tempo senza freni

Ma tant’è, ormai non ci sono più limiti all’uso di linguaggi davvero beceri e insolenti e tutto in nome della sincerità… Ma io direi, piuttosto, specchio della rozzezza e della sensazionalismo che si ritiene faccia “ascolti”. E noi? Saremmo tentati di azzerare il volume dei media per non farci ferire le orecchie e chiudere certe pagine di giornali, ma quantomeno dobbiamo saper fare filtro di tutte le parole inutili, di tutte le sconcezze, di tutti i discorsi sconnessi che ci vengono propinati. Tocca ad ognuno di noi saper discernere e non accettare acriticamente qualsiasi comunicazione, e soprattutto insegnare in fretta e bene ai nostri giovani, come sottrarsi ai parolai senza spessore, ai raccontatori di bugie agli incantatori di menti ingenue e più propense a credere. In questo tempo, troppo lungo, di pandemia e isolamento, sempre più in balia dell’emotività ed esposti a tutti i sistemi d’informazione e comunicazione di massa, perché desiderosi di apprendere notizie che possano confortarci, siamo anche più vulnerabili e proprio su questa debolezza lucrano cinici divulgatori e sedicenti esperti, sovraccaricando ogni momento di informazione e comunicazione con sproloqui a iosa, che non ci confortano, ma anzi ci confondono e deprimono. Sarebbe necessario che ognuno ritrovasse semplicità, chiarezza e verità nel parlare agli altri, ricordandosi magari di quell’insegnamento evangelico che richiama all’importanza delle parole. E Gesù disse: “Il vostro parlare sia sì sì, no no…” (Matteo 5,17,37).

*Romana di nascita e veneta di adozione, laureata in Filosofia, abilitata anche all’insegnamento di pedagogia e psicologia. Tra i banchi della scuola ha lavorato con  la consapevolezza che essere docente e  guida  per tanti allievi rappresenti un  impegno di grande responsabilità  ed  entusiasmante al tempo stesso. Ha anche conseguito la specializzazione e il titolo di Storico dell’Arte e in tale veste ha collaborato con alcune Soprintendenze dei Beni Culturali, per la  catalogazione di opere  d’arte. Tra gli interessi più tenacemente  coltivati c’è il piacere della  relazione comunicativa con gli altri, che trova anche nella scrittura quale mezzo efficace per essere espressa.