Dopo molti “intanto”, “forse”, “nel frattempo”, eccoci al “dunque”. E questo “dunque” si chiama “ATMOSFERE” ed è il nome della testata online che state leggendo.
“ATMOSFERE” per dire l’aria che tira; l’aria che respiriamo, l’aria in arrivo. L’aria che accarezza il viso, rinfresca, pulisce, spazza via le polveri di ogni natura, speriamo anche quelle mefitiche del coronavirus.
“ATMOSFERE” per parlare dei vari strati che compongono, attraversano e avvolgono il vivere d’oggi, la società. Anzi, meglio: la comunità.
“ATMOSFERE” per intercettare e interpretare anche gli atteggiamenti, gli stati d’animo, le responsabilità e le sensibilità della prima lunga e perdurante emergenza globale, quella del clima con tutto ciò che trascina nella sua scia e che investe direttamente ciascuno di noi, chiamati a nuovi stili di vita. In una parola: “coscientizzazione”. Nessuno può chiamarsi fuori, perché c’è di mezzo il futuro dell’umanità.
Nascita e “perché” di una presenza. Ogni iniziativa che decolla solleva dubbi e interrogativi. Ad esempio, con tutte le sollecitazioni e proposte – dalla stampa cartacea ai social – di intensità crescente, qualcuno potrebbe chiedersi: c’era proprio bisogno di aprire una finestra informativa? Che cosa si può “comunicare” – cioè “mettere in comune” – di nuovo? Quale l’approccio di originalità e diversità rispetto a persone e fatti, uomini e storie, problemi e mutamenti piccoli e grandi in atto?
“ATMOSFERE” nasce con l’intento di misurare – per quanto possibile – la qualità dell’aria. Traduzione: volontà di favorire ogni giorno un’area di sosta nel vortice degli avvenimenti e dei loro protagonisti (più spesso, vittime, considerando che la cronaca è dominata dalla negatività).
Tra i sussurri e le grida di questa nostra epoca, l’obiettivo – bisbigliato con senso delle proporzioni – è quello di creare un piccolo spazio di riflessione in un tempo in cui si fa tutto di corsa e nel quale spesso pare che la ragione possa anche stare dalla parte di chi urla di più, invece di argomentare, spiegare, andare oltre la crosta, nel tentativo di trovare una spiegazione, un senso.
Veniamo da un anno che è stato un cataclisma mondiale: ci ha terremotato la vita, ce la sta stravolgendo in continuazione. Non riusciamo a individuare verso quale “altrove” approderemo, quanto e come – volenti o nolenti – cambieremo. Pensiamo soltanto ad alcuni mutamenti planetari già intervenuti, come la didattica a distanza, il lavoro agile (detto smart working), i nostri stili di vita, i rapporti con gli altri. “Ripartenza” è una parola d’ordine, anche se c’è molta nebbia attorno. Dopo questa pandemia non sappiamo con quale identità ci ritroveremo fra le mille onde dell’incertezza, dell’insicurezza, a rischio di smarrimento. Sono molti gli interrogativi che agitano i nostri giorni. Riusciremo a diventare più altruisti e solidali, oppure ci ritroveremo più individualisti, più chiusi, soli e diffidenti? Chi ci compenserà delle strette di mano mancate, degli abbracci? E dopo questo prolungato, pesante digiuno di relazioni, come andremo a ricominciare, nella catastrofe economica che già si è prodotta e si aggraverà in termini non preventivabili?
Certo, è vero che tocca allo studioso dare risposte, ma tocca comunque alla “comunicazione” informare sul “come”. Le notizie favoriscono la conoscenza; le valutazioni, la critica e la lettura costruttiva aiutano a capirle.
In questo spicchio di appezzamento online, proporremo interventi e contributi a 360 gradi per leggere e capire da vari percorsi, con la versatilità di una bella rosa di commentatori, i segni dei tempi, dall’attualità al costume, dall’educazione alla multimedialità, dall’ambiente al territorio, con un buon uso di interviste: dando cioè la parola all’altro per cercare, insieme, qualcosa. Obiettivo dichiarato: la molteplicità di linguaggi nell’avvicinamento alle vicende della vita, cercando anche di seminare un po’ di speranza e gioia.
Terremo questa “finestra” aperta per far circolare l’aria il più possibile avendo cura – nel settimo centenario della morte di Dante Alighieri – di scartare “il troppo e ‘l vano”. Tante “ATMOSFERE” insomma per respirare un po’ meglio il nostro tempo.
Giuseppe Zois
Nascita e perché di un’iniziativa
Oggi prende il via una nuova testata: è un’iniziativa editoriale che si chiama significativamente ATMOSFERE. Nasce da una collaborazione con il giornalista Giuseppe Zois ed ha un paio di caratteristiche che mi piace sottolineare in questo saluto
- È un’esperienza che nasce interamente dal volontariato. Nessuna finalità di lucro, solo una convergenza di personalità di ogni area che si uniscono per dar vita a una comunicazione mirata e scelta e anche stringata negli interventi: uno o due al giorno così da non mettere in affanno i lettori che mi auguro siano molti. È una rosa di nomi qualificati e qualificanti, professionisti a vario titolo che proporranno interventi per accostarsi a fatti, eventi, problemi, con i protagonisti e comprimari della quotidianità. Ciascun lettore avrà modo di farsi un’idea e di valutare la qualità dei contributi proposti.
- È volutamente una testata sobria: su questo ha insistito nell’avvicinamento al decollo. “ATMOSFERE” vuole anche essere un segno, l’intenzione di considerare l’emergenza-clima, che da un anno è stata alquanto rimossa dalla devastante pandemia globale. Ci sarà sensibilità per le tematiche ambientali, di educazione al rispetto e alla salvaguardia del creato. Per “ATMOSFERE” e la sua squadra contano le idee. L’obiettivo è quello di favorire una lettura di riflessione e di critica a fronte della cascata di notizie che ci arrivano addosso da ogni dove, ininterrottamente. Non è sempre facile orientarsi sotto un flusso così forte, dove si mischiano spesso anche “false notizie”. Con buona volontà e in spirito di libertà si fanno delle proposte di lettura.
L’accesso alla testata, proprio partendo dalla caratteristica del volontariato, sarà libero e gratuito per tutti.
L’indirizzo di posta elettronica, per chi volesse scriverci, è posta@atmosfere.news
Voglio ringraziare da subito tutti coloro che si sono impegnati e si impegneranno per la riuscita di questo percorso: ogni firma che giorno dopo giorno si potrà leggere in questo sito. Chiudo: non è casuale che la partenza avvenga il 24 gennaio, giorno in cui il calendario celebra San Francesco di Sales. È il patrono del giornalisti e della comunicazione.
L’editore
Cleto Pescia