Come tanti, avevo sperato che tra le numerose brutte conseguenze della pandemia, in una terra simbolo per come è stata martoriata dal “covid-19” ce ne sarebbe stata anche una buona, e cioè quella di cambiarci un po’, noi montanari, nel senso di farci svegliare e di aprirci un po’ gli occhi sulle responsabilità di quelli che guidano la politica. E invece niente, purtroppo il “risveglio” non si è verificato. E questa è la testimonianza che mi sento di dare come giornalista in nome di una terra e della sua gente.
Anna Carissoni*
Stavolta voglio appuntare la mia attenzione su un fatto che secondo me è sintomatico di come vanno certe cose. E lo scrivo a proposito di un territorio e di una valle, in Italia, che ha pagato il più alto debito di contagi, di sofferenze, di ricoveri in ospedali, purtroppo di decessi. La valle è la Seriana, in provincia di Bergamo e il luogo a cui mi riferisco – luogo del fatto di cui mi occupo – è la città di Clusone, dove di recente è stato in visita l’assessore regionale al Territorio e Protezione Civile, Pietro Fioroni (per i lettori svizzeri, l’assessore regionale è l’equivalente di un Consigliere di Stato)
Prendete la recente visita dell’assessore regionale al Territorio e Protezione Civile Pietro Fioroni al centro vaccinale di Clusone da poco allestito: i sindaci, i rappresentanti della Protezione Civile locale, i volontari e numerosi cittadini sono andati a riverirlo e ad ascoltarlo compiaciuti mentre diceva di essere “confortato dalla bella organizzazione”, “sorpreso dell’ottima interazione tra il servizio sanitario regionale e il territorio, i sindaci e le amministrazioni locali”.
Ora, a parte che se i sindaci di questo comprensorio avessero avuto un po’ di coraggio e un briciolo di dignità, l’assessore avrebbero dovuto prenderlo a giustificato bersaglio di critiche per tutta l’incompetenza dimostrata, da lui e dai suoi colleghi, nella gestione della pandemia e segnatamente per l’abbandono in cui hanno lasciato la locale medicina territoriale, mi chiedo se è possibile che a nessuno, ma proprio a nessuno, sia venuto in mente di rifiutare i suoi complimenti pelosi e di ricordargli come è stata trattata dalle Autorità regionali, la popolazione locale, durante i mesi tremendi dell’emergenza. E come continui ad esserlo, se è vero, come è vero, che ora le giovani mamme di questa terra devono partorire on the road, nel parcheggio di un supermercato, visto che l’eccellente sanità regionale ha tolto alla zona anche il punto-nascite all’ospedale di Piario….
Pare che nessuno abbia mosso ciglio nemmeno quando Fioroni ha detto che “disguidi e problematiche erano normali davanti a una vaccinazione di massa, organizzata anche abbastanza celermente, se pensiamo che un anno fa eravamo all’inizio dello scoppio dell’epidemia”. Appunto, un anno buttato via, da gente che non ha saputo minimamente studiare né tanto meno programmare ed organizzare il da farsi!

Silenzio totale anche quando l’ineffabile consigliere regionale Anelli ha affermato che, “nonostante i rallentamenti e le difficoltà nelle prenotazioni, Regione Lombardia ha già inoculato più di un milione e 300.000 vaccini, una quantità enorme che pone Regione Lombardia al primo posto”. Già. Peccato che si sia ancora lontani dall’aver vaccinato almeno tutti gli over 80, che sono i più esposti al rischio mortale; peccato che molti di loro hanno dovuto andare in cima alla Valle Brembana, agli antipodi rispetto alla Valle Seriana, perché probabilmente in Regione le distanze si misurano ancora col righello… Peccato anche che le statistiche – che giustamente partono dal numero di abitanti e la Lombardia è la regione più densamente popolata d’Italia – non collochino affatto questi territori di Valli di montagna ai primi posti della classifica nazionale…
Ineffabile anche il neo-sindaco di Clusone Morstabilini che ha sottolineato “il bel segnale di vicinanza” da parte di Regione Lombardia perché Fioroni “è venuto di persona a vedere come funziona il nostro punto vaccinale”. Ma va’! Ma che grande degnazione, da parte sua.
Viene da chiedersi, come Angelo Piantoni fa a proposito dei sindaci di un’altra Valle più remota ancora della Valle Seriana, cioè la Valle di Scalve, confinante con la Seriana e con la provincia di Brescia, se sindaci ed amministratori locali, così inclini a dare addosso al Governo, ora siano così silenziosi di fronte all’incapacità di Regione Lombardia. Ma non sarà che essi, pur negando appartenenze politiche, nei fatti sono tutti schierati con Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia e come tali coprono malefatte, inadempienze e ritardi della Regione Lombardia, soprattutto sui vaccini? Ma i sindaci non dovrebbero schierarsi sempre e solo dalla parte dei loro cittadini, e non a favore dei loro punti di riferimento politici, tanto più quando questi ‘”beniamini” dimostrano, e non certo da oggi, di fregarsene bellamente delle esigenze del territorio e delle popolazioni locali? Cari sindaci, vale la pena di rinunciare alla propria dignità in cambio di qualche contributo regionale che vi permetta di farvi belli agli occhi dei vostri concittadini, e magari anche di essere rieletti e di fare carriera politica?
Insomma, quelli che avrebbero dovuto, come rappresentanti delle popolazioni, farsi interpreti del disagio di un territorio e della sua più che motivata protesta, sono stati visti a spendersi in complimenti, in ringraziamenti vicendevoli, nell’immancabile rito di auguri e auspici, tra sorrisi di circostanza, ovviamente in favore di telecamere.
No, purtroppo nemmeno il Covid ci ha fatti diventare, noi montanari, più responsabili nel rivendicare diritti, considerazione e dignità, cioè cittadini consapevoli dei nostri diritti e capaci di unirsi per farli valere.
*Insegnante e giornalista, collabora a testate italiane e svizzere, occupandosi con passione della difficile realtà educativa del nostro tempo e dei problemi del vivere in montagna. Le sue numerose pubblicazioni dedicate a questi argomenti hanno tutte lo scopo di favorire l’approfondimento, la riflessione ed il ragionamento critico, finalizzati alla consapevolezza ed all’impegno sociale e civile.
