È morto ieri a Lugano mons. Luigi Mazzetti: aveva compiuto 94 anni il 17 febbraio scorso: un sacerdote inesausto nei suoi 70 anni di ministero, vissuti soprattutto nella luce della devozione alla Madonna. Lo slancio missionario già da metà Novecento, verso Chennai e Madurai, culminati in una Fondazione impegnata nell’educazione, nella socialità e nella spiritualità.
Giuseppe Zois
Un’altra bella e generosa figura di prete è salita verso quel Cielo e quel Paradiso che con inesausto zelo e grande amore ha indicato per tutti i suoi 70 anni di sacerdozio. Mons. Luigi Mazzetti ha legato il suo ministero a 4 punti cardinali: il paese delle sue radici, che era Rovio, al quale ha riservato attenzioni pastorali mai allentate; Novazzano, sua prima destinazione appena ordinato; quindi Morbio Inferiore, che vuol dire in particolare Santa Maria dei Miracoli, un santuario che si adoperò instancabilmente per ottenergli il titolo di basilica; quindi, in continuità di slancio e di fede nella Madonna, Lugano, dove è stato canonico della Cattedrale, e in particolare si è speso nella chiesa dell’Immacolata. La Vergine è stata la sua stella polare, dovunque è stato. Come non ricordare la “sua” Madonna del Carmelo a Rovio, la seconda domenica di febbraio,, dove non ha mai voluto mancare fino a quando le forze glielo hanno consentito? Poi Morbio, con il santuario che s’è prodigato per far conoscere in tutti i modi possibili, iniziatore del raduno diocesano delle corali liturgiche; quindi S. Maria delle Grazie e l’Immacolata a Lugano.
Don Luigi Mazzetti era nato a Sion il 17 febbraio del 1927, terzogenito di Esther Crettaz e Cornelio Mazzetti. Prima di lui erano nate Clara, il 27 marzo 1924; Jolanda, il 6 maggio 1926 e, ultimo, è arrivato Stefano, detto Nino, il 21 luglio 1929.
Ordinato prete da mons. Angelo Jelmini il 19 maggio 1951 fu dapprima destinato coadiutore di don Alessandro Fattorini a Novazzano, dove sarà nominato prevosto nel 1965. Cinque anni dopo, il vescovo mons. Martinoli gli conferirà l’incarico di direttore spirituale della Compagnia S. Teresa del Bambin Gesù in via Nassa 64. E sarà ancora il vescovo mons. Martinoli a designarlo arciprete di Morbio Inferiore.
Nel 1987 era stato nominato cappellano di Sua Santità e nel 1994 il Nunzio apostolico mons. Karl Joseph Rauber gli portò a Morbio Inferiore la nomina a Prelato d’onore del Papa.
Tra i cardinali giunti a Morbio nelle solennità che hanno punteggiato la presenza e il ministero di don Luigi a Morbio sono da ricordare: Silvio Oddi, Paul Poupard, Severino Poletto; i nunzi apostolici in Svizzera mons. Ambrogio Marchioni, Edoardo Rovida, Joseph Rauber; il cerimoniere del Papa mons. Virgilio Noè; il segretario particolare di Papa Giovanni, l’arcivescovo mons. Loris F. Capovilla, i vescovi di Rimini, S. Marino e Montefeltro, mons. Giovanni Locatelli; di Chioggia mons. Magarotto; figure di intellettuali come Padre David Maria Turoldo…
Nel 1996 il vescovo mons. Giuseppe Torti lo chiamò a Lugano, nominandolo canonico penitenziere della Cattedrale di San Lorenzo. Per anni è stato presidente della Fondazione Ca’ Rezzonico di Lugano, dove s’era ritirato, continuando anche qui il suo ministero.
Da 70 anni occhi e cuore aperti verso l’India
La vita sacerdotale di don Luigi Mazzetti si è svolta tutta nel Sottoceneri, ma sarebbe riduttivo circoscriverla a questo territorio. Gli occhi e il cuore sono stati in ogni momento aperti sul mondo: con un impegno vero, mai allentato di solidarietà. E questo impegno si è tradotto in un fiume di aiuti che continuava da 70 anni verso molte terre di missione, in particolare verso una direzione: l’India. Don Luigi cominciò a rivolgere il suo sguardo a quel lontano immenso Paese, distante 7.500 km, da giovane vicario a Novazzano. Per operare con il massimo di incisività ed efficacia operativa in quello sterminato subcontinente, don Mazzetti, dopo anni di aiuti inviati dove le emergenze erano più grandi, nel Tamil Nadu e nel Kerala, aveva costituito la Fondazione Madras Morbio Inferiore, composta da lui, da Brunello Perucchi e Gianni Ballabio. La finalità era e rimane un’erogazione mirata, evitando ogni e qualsiasi dispersione, anche minima. Dal 1951 al 2011 nel sud dell’India, dove don Mazzetti e i suoi collaboratori e parrocchiani si sono recati per una decina di volte, è stata realizzata una grande rete di strutture di accoglienza, di formazione, di assistenza per giovani e per anziani, con un pensiero anche per i seminari della diocesi di Tellicherry, nel Kerala. Qui studiano e si formano al sacerdozio numerosi giovani: e sono decine ogni anno le ordinazioni, giovani preti che vanno a portare il Vangelo ma anche un contributo di dignità e di coscienza tra le popolazioni indiane.
Commendatore dell’Ordine equestre del S. Sepolcro, don Luigi Mazzetti ha realizzato alcune pubblicazioni, tra le quali sono da segnalare: “Il santuario di Santa Maria dei Miracoli di Morbio Inferiore”, pubblicato dall’editore Armando Dadò di Locarno, poi in collaborazione con Gianni Ballabio “Orizzonti d’amore” e “Itinerari mariani nel Ticino”. Personalmente ho avuto il piacere e la gioia di realizzare con don Luigi Mazzetti i libri “L’eco dei giorni”, ed. Ritter, “Il sapore della grazia” e “Scommesse del cuore. Il ponte di generosità dal Ticino all’India”, sempre edizioni Ritter di Lugano.
La Madonna dei “maestran” a Rovio
La seconda domenica del mese di febbraio si celebra a Rovio la festa della Madonna del Carmelo che è tra le più sentite dell’anno. La solennità liturgica della Madonna del Carmelo è in calendario al 16 luglio; a Rovio è stata anticipata alla seconda domenica di febbraio da tempo immemorabile, da quando in paese erano molti i “maestran” che emigravano oltre San Gottardo per sbarcare il lunario. La statua della Madonna viene portata in processione alla domenica pomeriggio: in passato erano gli emigranti stessi che portavano in spalla il simulacro della Vergine: ora, con gli antichi abiti dei confratelli, si fanno carico del trasporto dalla parrocchiale alla Gesiola e ritorno alcuni robusti portatori che si alternano sotto il basamento del trono lungo il tragitto. Dall’età di 4 anni – allora ci partecipava come chierichetto – fino ad oggi che ha 84 anni, don Luigi è mancato solo tre volte a questo appuntamento che è una data del cuore nel vivere e nel credere del sacerdote attinente di Rovio (due volte malato e l’altra volta si trovava in India).
MEMORIA E GRATITUDINE
Un sacerdote molto speciale che suscitava la nostalgia di Dio
di Maria Giuseppina Scanziani

Qui di seguito riprendiamo alcuni passaggi della bella e densa prefazione scritta dalla prof. Maria Giuseppina Scanziani per il libro “Il sapore della grazia – 60 anni di Messa di don Luigi Mazzetti”, di Giuseppe Zois. Ne vien fuori il ritratto di un annunciatore appassionato della Buona Parola, proclamata per 70 anni, il lungo percorso di ministero pastorale profuso su molti versati e in particolare quello di penitenziere. Non si contano le ore e i giorni che don Luigi Mazzetti ha trascorso nel confessionale a testimoniare e rassicurare sull’infinita bontà di Dio, fatto conoscere da Gesù attraverso parabole significative come quelle del Buon Pastore, del Figlio Prodigo, del Ricco Epulone e del Buon Samaritano.
Ho conosciuto monsignor Luigi Mazzetti 32 anni fa in uno degli anni più felici della mia vita: mi sarei sposata di lì a poco con l’uomo che amavo. Era il 1977 e monsignore, allora don, ci accolse con quell’affabilità che è sempre stata caratteristica della sua persona, un’affabilità discreta e contenuta, sia per una riservatezza personale, sia per un rispetto della dignità della sua funzione cui ha tenuto tutta la vita. (…)
Don Luigi, uomo dell’equilibrio
Una delle funzioni sacerdotali che Monsignore compie con maestria è indubbiamente quella della Confessione: centinaia di anime sconfortate si sono rivolte e si rivolgono a lui per vivere un sacramento oggi un po’ trascurato, ma fondamentale nel cammino interiore. Don Luigi è capace di amministrarlo con un senso profondo di comprensione per la fragilità umana e, nello stesso tempo, senza derogare da quelli che da secoli sono i principi cui si ispira la nostra fede. Non ci si aspetti che questa sua dolcezza di fondo diventi lassismo, spirituale, ma neppure che il giusto adempimento del suo mandato sacerdotale sia arido e senza comprensione. La sua umanità e capacità di empatia è sempre stata evidente. Mi torna in mente una telefonata che gli feci dopo una sua lunga permanenza all’ospedale, quando mi confidò con umiltà quanto sia difficile pregare, quando si è immersi nella sofferenza e come avesse capito in quella circostanza l’inadeguatezza dell’esortazione che da sacerdote faceva spesso ai suoi fedeli sofferenti di rivolgersi a Dio per lenire i propri tormenti fisici e spirituali, cosa di non facile attuazione in determinate circostanze. (…)
L’amore per la Madonna dei Miracoli
Purtroppo un certo pudore e timidezza hanno impedito che la mia confidenza con don Luigi fosse tale che io sia al corrente di episodi della sua vita legati al silenzio e alla preghiera, ma non ho dubbi che sia un sacerdote che coltiva con profondità questi aspetti della vita interiore. Spesso, capitando nella Basilica deserta in orari al di fuori delle funzioni tradizionali, lo si poteva incontrare, silenzioso, ai piedi di quella Madonna dei Miracoli che tanto amava, immerso nella lectio divina, a lasciarsi penetrare dal Suo amore. A proposito dell’amore verso Maria devo dire che non ci fu mai Messa da lui celebrata che non si concludesse presso l’altare con l’effigie della Madonna per l’ultimo omaggio musicale del rito dedicato a Lei. Don Luigi aveva molto a cuore la bravissima corale di S. Maria dei Miracoli, che aveva costituito e che durante il suo ministero diventò famosa nel Cantone, spesso invitata alla radio e diretta dal compianto Maestro Sergio Tettamanti. Fu per impulso suo che, il 3 giugno 1979, si tenne a Morbio, per la prima volta, il Convegno delle Corali di tutto il Cantone, tradizione che continua tuttora. Altro esempio della devozione mariana la solerzia con cui ogni anno al 29 di luglio veniva organizzata la festa della Madonna, con il suono spiegato delle campane fin dal primo mattino e le Sante Messe che si susseguivano, una ogni ora, con vari sacerdoti e un afflusso di gente veramente eccezionale. Ben 17 cappelle viventi erano rappresentate nella ricostruzione del miracolo e le neo-mamme speravano che i loro neonati fossero scelti nel ruolo di Gesù Bambino, con prenotazioni molto tempo prima e, talvolta, di anno in anno. D’altra parte la grande partecipazione di popolo era una tradizione delle funzioni, soprattutto in Basilica e, posso dire, che immersi nella suggestione del canto e del profumo d’incenso, qualche volta si aveva l’impressione di vivere un’esperienza speciale, con grande commozione interiore. (…)
Uomo della tradizione e dell’obbedienza
Forse era ed è il guardiano della tradizione, ma la tradizione è un valore da tramandare, non un disvalore da distruggere e in questo don Luigi non transigeva, né obbediva a facili mode che talvolta si sono rivelate inopportune.
Oggi l’obbedienza fa parte delle parole fuori moda e spesso si dimentica che è uno dei tre consigli evangelici per chi intraprende la vita religiosa, insieme alla castità e alla povertà. Valore fondamentale, l’obbedienza cancella i velleitarismi dell’affermazione di sé per privilegiare la fedeltà e la disponibilità verso i propri superiori, metafore viventi del Superiore per eccellenza a Cui un sacerdote consacra la propria vita. Don Luigi è stato ed è un sacerdote obbediente, anche quando questo può essere faticoso e doloroso. Dire di sì sempre, qualsiasi cosa ci venga chiesta, pronti ad andare e pronti a partire. Così è arrivato anche il giorno della partenza da Morbio per proseguire la propria missione a Lugano in Cattedrale. Lo attendevano molte anime che sarebbero state consolate dalla sua parola e dal suo esempio.
Maria Giuseppina Scanziani